Gianfranco Calligarich vince il "Premio Bagutta 2012"

Dopo la riscoperta di un classico dimenticato come L'ultima estate in città, acclamato dalla critica come uno dei casi letterari del 2010, Gianfranco Calligarich torna con un nuovo romanzo. Sul filo della nostalgia, la struggente cronaca di un amore sullo sfondo di una Roma felliniana.

Se il Chandler del Lungo Addio tornasse oggi a riferirci sugli amori e i delitti privati della "gente che conta", la sua voce avrebbe forse il tono smagato del narratore di Privati abissi. Giocatore di professione col cuore in dissesto, trascorre le sue giornate invernali in un casinò, su una costa fuori stagione, ricostruendo, in una lontana estate, la tormentata storia d'amore di due appartenenti a quella colonia raffinata e cosmopolita che sul finire degli anni Sessanta aveva trovato a Roma, in un quartiere abbracciato da un'ansa del Tevere, un'ultima, accogliente spiaggia per disorientate esistenze. Esponente di una grande dinastia industriale lui, e bellissima ereditiera lei, in fuga da un inconfessabile segreto familiare. Fatalmente attratti l'uno dall'altra, i due scivolano in un precipitoso matrimonio, cercando reciproca salvezza, ma riuscendo solo a perdersi e poi inseguirsi in un gioco estenuante e crudele, fino al suo imprevedibile epilogo. Sullo sfondo di una Roma fluviale e indimenticabile, di febbricitanti capitali europee, fino alle sponde di un lago notturno, un lucido, disincantato apologo di desiderio e perdita di due "belli e dannati", in fuga dal loro mondo agiato e rivelatore degli oscuri abissi che albergano nel cuore umano, sotto la superficie di ogni amore. Con le sue struggenti fughe all'inferno.

Gianfranco Calligarich nasce a Asmara da famiglia cosmopolita di origine triestina. Prima giornalista e poi sceneggiatore di film e di molti tra i più famosi sceneggiati della Rai, negli anni Novanta fonda al Fontanone del Gianicolo di Roma Il Teatro XX Secolo, vincendo con il testo Grandi Balene il Premio dell'Istituto del Dramma Italiano. Con L'ultima estate in città, suo primo romanzo presentato da Cesare Garboli e Natalia Ginzburg, ha vinto il Premio Inedito. Ha pubblicato con Garzanti il volume di racconti Posta Prioritaria.

«Con un sottile gioco di dissimulazioni Calligarich fa rigiocare una partita decisiva e ultima ai suoi eterni perdenti».
Paolo Mauri - la Repubblica

«Calligarich è l'unico scrittore italiano che ha tutte le qualità per diventare un monumento da vivo».
Gian Paolo Serino - D - la Repubblica

«Privati Abissi si rivela come una delle nostre opere più alte … Grande romanzo di volute inappartenenze emotive».
Giovanni Pacchiano – Il Sole 24 ore

«Calligarich è un grande costruttore di storie. E di queste la più grande è questa che con Privati Abissi ha arditamente architettato».
Angelo Guglielmi – Tuttolibri – La Stampa

«Un romanzo quasi impalpabile, una scia di storie che restano dentro come le prime note di una canzone amata».
Michele De Mieri – l’Unità

«Privati abissi di Gianfranco Calligarich non ha nulla da invidiare ai Franzen, Marìas, Houellebecq e Murakami».
Filippo La Porta – l’Espresso

«Privati abissi è un romanzo che si gusta pagina dopo pagina, traboccante di tesori di intelligenza e penetrazione psicologica disseminati senza parsimonia lungo l’intero racconto».
Fabrizio Ottaviani – Il Giornale

«Calligarich ci parla ancora di anni formidabili di una Roma straordinaria. Restituendoci i rituali, le atmosfere, gli amori strazianti, i belli e dannati, i silenzi e il non detto che travestono le tragedie».
Irene Bignardi – Vanity Fair

«Calligarich ci accompagna in un viaggio verso gli inferi dell'incomunicabilità con una scrittura nervosa, frammentata, efficacissima».
Alessandro Mezzena Lona – Il Piccolo